La pausa del Mart ha stimolato un personale maelstrom culinario che doveva essere l’ouverture ad una domenica romantica … stimolante e neurotonica da poter scatenare fibrillazioni sentimentali.
Insomma, spiando la dispensa e esplorando la bottega di fiducia butto giù uno storyboard mentale sovrapponendo varie intuizioni gastronomiche. Poi invio un sms con i cuoricini a Nicoletta e la invito, questa volta spavaldamente, alla festa. Lei dopo un quarto d’ora invia un okay. Senza cuoricini.
“FILETTO DI TROTA E BACCALA’ MANTECATO AL NERO DI SEPPIA”
COSA SERVE
Filetto di trota salmonata, 300 g di baccalà (o stoccafisso), nero di seppia, 1 patata rossa, 1 cucchiaio di latte, scalogno, aglio, polpa di pomodoro, zenzero, prezzemolo, alloro, sale, pepe, olio evo.
COME SI FA
Ho preparato per prima cosa il baccalà mantecato: ho tritato il prezzemolo e ho sbucciato l’aglio privandolo del frenulo interno e l’ho tagliuzzato finemente.
Ho mondato il baccalà eliminando la pelle e ho portato a ebollizione dell’acqua in un pentolino con due foglie di alloro e qualche grano di pepe nero. Ho unito il baccalà, ho spento il fuoco e l’ho lasciato “cuocere” nel pentolino coperto per 20’. Ho quindi scolato il baccalà. L’ho asciugato con carta assorbente e l’ho lasciato intiepidire.
Poi l’ho messo in una ciotola e l’ho lavorato con un cucchiaio di legno aggiungendo l’olio, il latte, l’aglio tritato e il nero di seppia fino ad ottenere la consistenza di una purea. Ho unito il prezzemolo e riposto in frigo a raffreddare.
Nel frattempo ho soffritto delicatamente con un po’ d’olio evo la polpa di pomodoro con dello scalogno tagliato fino a cui ho aggiunto una fettina di zenzero. In una padella antiaderente ho lasciato rosolare per pochi minuti il filetto di trota, l’ho tolto e messo da parte.
Sbirciando l’orologio ho preparato la tavola in stile japanese. Per due. A lei piacciono le orchidee così metto al centro del tavolo una Vuylstekeara Cambria “peluche” che spero possa emozionarla.
ABBINAMENTO
Sistemo le ultime cose e din don suona. Apro e mi vedo una Nicoletta stratosferica, più bella dell’orchidea. Con l’intruso del Mart. L’alieno vacanziero antipaticissimo. “È qui la festa?” chiede con la faccina sorridente. Spalanca gli occhi davanti all’orchidea poi chiede come mai per una festa ci sono solo due coperti e io, più falso di un gesuita, balbetto che gli altri hanno dato forfait. Lui, l’estraneo, porge una bottiglia, io sorrido e recito il ruolo del sommelier.
Ha portato un Soave Classico Doc Castello. Accidenti ha indovinato l’abbinamento senza conoscere il menù. Complimenti. Conosco la qualità del vino così fingendo buonumore lo decanto: 90% uve Garganega e 10% Trebbiano di Soave. Il suo profumo ricco e floreale e l’odore d’acacia e del glicine uniti al suo sapore morbido e armonico con quel retrogusto persistente e vellutato mi fa dimenticare per un momento la legnata inaspettata. Ho giurato di non dire più “festa” in vita mia. Odio questa parola.
Se ci sarà un’altra volta sarò implacabile e non mi farò sorprendere. Accidenti!
Flavio Pedrotti Moser
La mia Rubrica è : ” Odissea nelle Spezie “ ! Siamo tutti diventati navigatori nello spazio culinario, alla ricerca di ricette per languori sempre più esigenti.Io ne ho provate di ricette, fusioni che molti cuochi non potrebbero immaginare, cibi e vini da convivio in fiamme al largo dei bastioni di Origano e ho visto microonde balenare nel buio vicino alle porte della cantina. Ecco dunque proporvi ricette trovate nelle sinuosità più oscure della esperienza enogastronomica…
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