L’underground è una panacea per quelli che come me si discostano tre chilometri dai fenomeni di massa e dal borghesismo ricorrente.
Underground non è una parola vuota, essa contiene ben quattro vocali ed è ben articolata. Sebbene inglesismo, il nostro vocabolario la ospita volentieri perché di significato ampio e soddisfacente. Possiamo benissimo dire che il sangue sia underground perché scorre appena sottopelle e nei meandri del nostro involucro. Ma anche se invisibile all’occhio, si sa che è di vitale importanza. Esso corre nascosto come la metropolitana londinese nel misterioso sottosuolo(appunto underground). Il termine snobbato e scomodo, ben si adatta al nuovo contesto; un contesto, l’attuale, dove ahimè le tre o quattro generazioni produttive, smarrite e sgomente, si accorgono che il mondo attorno a loro, quel mondo costruito secondo i più rigidi canoni capitalistici, si sta velocemente sgretolando. E allora verrà alla superficie il sommerso, il quale dovrà adattarsi a correre sull’asfalto, restando in equilibrio. L’ha già fatto nel 1870, nel 1929 e ha cominciato ancora dal 2008. Parlo delle tre grandi depressioni economiche a livello mondiale.
Ma underground non è essenzialmente questo, esso abbraccia parecchi campi: l’arte, la letteratura, la musica, il cinema, la filosofia e sicuramente altri settori. Il termine fu coniato nel 1961 da un certo M.Duchamp, una brava persona, abile scacchista francese residente a Philadelphia. Egli dichiarò che l’arte dovesse diventare sotterranea. Duchamp che fra le altre cose fu pittore, contestò a suo modo una parte del sistema. Sostenne qualcosa di importante, e che cioè la pittura non dovesse più essere solamente letteraria o religiosa, ma in qualche modo stimolare. Stimolare cosa chiederete voi. La mente, la fantasia, l’interpretazione personale. Quindi non più solo in mera chiave di lettura retinica o visiva, ma appunto interpretata dal personale underground. Sapete una cosa? Prendetelo come un suggerimento. Dovreste imparare a guardarvi dentro e cercare di capirci qualcosa, penso sia importante. Analizzatevi e interpretatevi, anche voi possedete del buono. Il vostro sommerso è prezioso, mettetelo a frutto. Io dal canto mio contribuirò a dipanare varie matasse, quelle ricettive s’intende, riferendovi quel che invece suggeriscono alcuni importanti signori che oggi non vivono più: Bukowski, Kerouac, Ginsberg, Borroughs, H. Miller. e altri. A presto.
di Giorgio Girace
Girace Giorgio è nato a Salerno nel lontano 1959. Perito elettronico mancato,marito mancato, commerciante di cose vecchie riuscito. Ballerino di salsa,crede di fare lo scrittore e spera di farla franca. Chissà.Alcuni ci sono cascati e vogliono che scriva ancora. Scrittore riuscito?
http://www.occasioniusato.it/salsa_bachata_e_altre_tentazioni.html
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