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ANDREA MANTEGNA: Storia di una Tavola

E’ stata ritrovata nei depositi del Museo Correr  una tavola ad olio attribuita ad Andrea Mantegna. Che entusiasmante notizia!Sul viso di Andrea Bellieni , responsabile e conservatore del Museo Correr di Venezia, traspare ancora una forte emozione mentre la presidente Mariacristina Gribaudi  ci racconta le vicende di questa inaspettata scoperta, durante la conferenza stampa.
Il dipinto giaceva da tempo nei depositi del Museo Correr, considerato come una tavola molto rovinata e di sconosciuta attribuzione.
Solo uno sguardo appassionato e attento poteva riconoscere attraverso la sua patina grigia, una raffinata qualità pittorica, una mano sapiente e uno stile particolare che portasse a pensare ad Andrea Mantegna , il grande pittore veneto del XV secolo.

Il particolare del retro del quadro, dipinto ad effetto marmo bruno, aiuta in questa conferma perché l’artista veneto usava spesso rifinire le proprie tavole con effetti tromp-l’oeil sul retro, proprio come in questo caso.
La cosa che più ha colpito però l’osservatore è la rappresentazione particolare di questa Sacra Conversazione, pressoché identica ad una tavola esposta al museo ’Isabella Stewart-Gardner’ di Boston.
Si tratta di Maria Vergine con Gesù in braccio con San Giovanni Battista, anch’egli bambino. La Madonna è affiancata a destra e a sinistra da 6 Sante, tra le quali Sant’Elisabetta e Santa Maria Maddalena. Questo originale gineceo vede le figure femminili adagiate su un chiaro terreno, disposte a semicerchio, con un prato alle spalle, dove in lontananza si scorge un fiume ai pedi di un paesaggio collinare, mentre una roccia scura occupa il lato sinistro.
Guardando attentamente il paesaggio si notano delle piccole figure tra le quali si possono riconoscere San Girolamo Eremita, San Cristoforo e San Giorgio.
Fin da subito è stato chiarissimo il bisogno estremo che aveva l’opera di essere restaurata.
Con l’aiuto e il sostegno della generosa Fondazione G. E. Ghirardi onlus di Piazzola sul Brenta (Pd) che ha patrocinato l’operazione, la tavola è stata sottoposta a tutte le indagini radiologiche e riflettografiche necessarie, più all’avanguardia, compresa una tac, che hanno fatto emergere aspetti e particolari affascinanti.
Tolta la patina del primo incauto restauro è emerso che il dipinto non era stato completato dall’artista: mancavano le ultime mani di rifinitura, come si nota chiaramente dal drappeggio della veste di una delle Sante.
Si è scoperto inoltre che il paesaggio dello sfondo era stato dipinto in un momento successivo da un altro artista, probabilmente per nascondere l’incompiutezza dell’opera e renderlo più commerciabile.
La cosa più incredibile però è la traccia della tecnica dello spolvero scoperta sotto allo strato del colore. Si tratta di piccoli punti che formano il disegno di base, trasferiti sulla tavola attraverso i contorni forati del disegno del “cartone” preparatorio.
Lo stupore è completo poi se si mette a confronto il dipinto con il capolavoro “Vergine col Bambino, San Giovannino e sei sante” di Boston: praticamente identici.
Se riteniamo autentica l’iscrizione “Andrea Mantegna” visibile in basso a destra nel quadro in mostra oltre oceano, allora ecco che abbiamo un altro motivo per ritenere valida l’attribuzione al grande pittore veneto del “nostro” capolavoro.
Il complesso restauro eseguito da Milena Dean e della sua equipe è stato lungo e travagliato, date le brutte condizioni in cui si trovava la tavola.
Infatti, nel corso del tempo oltre ad essere stata violata da altro pennello e da un intervento per niente conservativo, è stata brutalmente tagliata per ridurla ad una misura rettangolare “più alla moda”, probabilmente per aumentarne il prezzo di vendita.
Finalmente in esposizione al Correr, a più di 10 anni dalla riscoperta, la “Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante” oggi si trova in una sala interamente a lei dedicata tra i capolavori della Quadreria, dove è possibile approfondire le vicende del ritrovamento, del restauro, l’iconografia e i misteri che ancora avvolgono l’opera, aiutati da un dettagliato dossier ed anche da un pannello interattivo, molto interessante.
Mi risulta difficile non invitarvi ad andare a vedere di persona questa “new entry” delle sale del Museo Correr perché per me è stata un’esperienza emozionante, ricca di mistero che mi ha incuriosito e appassionato e sono sicura che catturerà anche voi.

Maria Cristina Bernardi

Maria Cristina Bernardi

La mia rubrica si intitola “… appena torno a Venezia …” perché è difficile starle lontana!
Parlerò di tutto ciò che vedo, che scopro, che imparo sulla città, con semplicità, proprio come fosse la prima volta che ci vado, come fossi … una marziana attirata dal luccichio dello splendore di una stella nel cosmo … la Serenissima.

E se volete vengo da voi, per parlarne, per accompagnarvi, per raccontarvi …..
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