All’inizio, l’arte del puzzle sembra un’arte breve, di poco spessore, tutta contenuta in uno scarno insegnamento della Gestalttheorie…
L’oggetto preso di mira – sia esso un atto percettivo, un apprendimento, un sistema fisiologico o, nel nostro caso, un puzzle di legno – non è una somma di elementi che bisognerebbe dapprima isolare e analizzare, ma un insieme, una forma cioè, una struttura: l’elemento non preesiste all’insieme, non è più immediato né più antico, non sono gli elementi a determinare l’insieme, ma l’insieme a determinare gli elementi. Ogni volta che mi capita tra le mani Georges Perec e la sua La vita, istruzioni per l’uso, non so spiegarmelo tanto meno spiegarlo, devo cucinare qualcosa che non è mai stato fatto … è nata così la zuppa puzzle.
ZUPPA PUZZLE
COSA SERVE
Per la zuppa: salsa di pomodoro, fagioli cannellini, fagioli azuki, porro, scalogno, aglio, semi di finocchio, timo, alloro, olio evo, sale, pepe, salsa di soia. Per lo sformato: 250gr di spinaci, grana o parmigiano, 4 cucchiai di ricotta, 2 uova, noce moscata, olio evo, sale, pepe.
COME FARE
È bello vedere Nicoletta preoccupata per le mie analisi nascondere in luoghi improbabili le mie scorte di cioccolato, anche la Novi, la crema con il 45% di nocciole che ispira le mie più belle romanze glicemiche. Chissà dove diavolo ha rintanato le mie nere 99% e le cremose tavolette con cacao purissimo. Chissà dove e chissà quando le troverò, se le troverò. Va bene …
Ho tagliato lo scalogno in piccoli pezzi e l’ho messo in una pentola di coccio insieme all’olio evo, al porro tagliato a pezzi e all’aglio in spicchio intero. Ho lasciato soffriggere qualche minuto e ho quindi versato la salsa di pomodoro. Ho fatto cuocere a fuoco moderatissimo mescolando di tanto in tanto. Avevo precedentemente lasciato i fagioli cannellini e gli azuki in ammollo, cotti in pentola a pressione e uniti alla salsa aggiungendo l’alloro, i semi di finocchio, il timo e il sale. Ho abbassato la fiamma e lasciato cuocere per una ventina di minuti.
Nel frattempo ho preparato lo sformato di spinaci: ho lavato gli spinaci, messi in padella a fuoco basso, con un filo d’olio extravergine per circa 10 minuti e salati leggermente. Li ho strizzati e tritati con un coltello, messi in una ciotola con le uova, il formaggio grattugiato, il sale, il pepe, la noce moscata e ho mescolato con un cucchiaio di legno. Ho unito la ricotta e rimescolato fino a rendere il composto omogeneo. Ho riempito gli stampini spennellati con olio di semi spolverizzando con pangrattato, sistemati in una teglia da forno e lasciati cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 25/30 minuti. Li ho quindi lasciati intiepidire e sformati. Ho versato la zuppa ormai pronta in un piatto, grattugiato del pepe e messo al centro lo sformato: voilà … Il detto “se non l’è zuppa l’è pan bagnà” qui non trova asilo. Neanche politico.
COSA BERE
Un puzzle di ingredienti, aromi e sapori da spogliare. Il vino in abbinamento deve “fare i conti” con la tendenza acida data dal pomodoro, non deve presentare in eccesso acidità, ma morbidezza e alcolicità. Un piatto non molto strutturato reclama un vino altrettanto di media struttura. Vado sul sicuro e scelgo un fiume dorato. Nicoletta lo aveva nascosto ma l’ho scovato quasi subito: Le Coste. Un bianco marchigiano, in prevalenza Bianchello, Trebbiano e Incrocio Bruni con aggiunta di vecchi vitigni locali: fresco e delicato con retrogusto leggermente amarognolo. Un Puzzle pure lui.
Flavio Pedrotti Moser
La mia Rubrica è : ” Odissea nelle Spezie ” !
Siamo tutti diventati navigatori nello spazio culinario, alla ricerca di ricette per languori sempre più esigenti.Io ne ho provate di ricette, fusioni che molti cuochi non potrebbero immaginare, cibi e vini da convivio in fiamme al largo dei bastioni di Origano e ho visto microonde balenare nel buio vicino alle porte della cantina. Ecco dunque proporvi ricette trovate nelle sinuosità più oscure della esperienza enogastronomica…
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