Mamma voglio fare l’artista! Istruzioni per evitare delusioni di Francesco Bonami (Electa).
Cosa implica oggi la scelta di fare l’artista?
Si può veramente decidere di dedicare la propria vita ad una professione che è tanto meravigliosa e ricca di promesse quanto di enormi e sconfinate delusioni? Quanto contano il talento, la furbizia e la capacità di andare per la propria strada senza paura e senza timore di fallire?
Torna a farsi sentire la voce più irriverente della critica d’arte italiana con un libro dedicato agli aspiranti artisti, un vademecum che intreccia serio e faceto, pragmatismo e gusto del paradosso, con la consapevolezza di chi osserva il sistema dell’arte “da dentro”. Un libro ironico, a tratti graffiante, ma sempre lucido e onesto in cui Francesco Bonami rivela anche molto di sé. Electa si propone di raccontare l’arte in modo differente, non convenzionale, con lo scopo di avvicinare un pubblico sempre più allargato.
Bonami conduce, come un Virgilio contemporaneo, il giovane potenziale artista dentro l’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso del sistema dell’arte.
-“L’arte, come tutte le chiese e le religioni, deve parlare al mondo che la circonda, non a un mondo che non esiste più.”
“Il mondo dell’arte è una giungla dove è facile che sopravviva il più forte.Voi siete a riparo nel vostro nido, che è lo studio.Ma sarete anche molto soli. L’unica compagnia saranno le vostre opere d’arte”.
“Vi raccomando di non usare l’arte per fare amicizie. Se un curatore, un critico, un gallerista vengono nel vostro studio, una volta usciti non sono tenuti ad avere con voi nessun tipo di rapporto privato.”
“La prima opera d’arte che un artista fa è come la prima esperienza sessuale, non si scorda più, non importa quanto brutta e traumatica possa essere stata”.
Arte e mistero. Dieci inquietanti racconti ( a cura di Enrico Badellino) Skira ed.
-Statue assassine, disegni, dipinti e incisioni che prefigurano orrendi delitti, ritratti di persone defunte che si animano e scendono dalla cornice intrecciando inquietanti liaison con i viventi: grandi scrittori come Hawthorne, Mérimée, Dickens, Poe, Pirandello – accanto a maestri riconosciuti della ghost story come Le Fanu e M.R. James – hanno affrontato il rapporto tra l’opera d’arte e il mondo degli spiriti, schiudendo inquietanti prospettive sulla contaminazione tra l’aldiquà e l’aldilà della tela, tra questo e l’altro mondo.-
Le Opere d’arte di questi dieci fantastici racconti si animano a stravolgere la quotidianità, sono statue vendicative, dipinti inquietanti che escono dalle cornici…
Dieci grandi scrittori si cimentano in storie fantastiche, racconti in cui i protagonisti sono fantasmi, creature inquietanti, statue vendicative, dipinti che si animano… da Dickens a Pirandello.
– Anche se, presto, diventa evidente, come già aveva intuito Dickens, che i veri fantasmi si annidano nella nostra interiorità, o, come diceva Emily Dickinson, che la cosa più dolorosa è «incontrare, disarmati, in solitudine il proprio io».
– Un saggio a se stante, molto interessante e documentato, è la Prefazione di Enrico Badellino, curatore di questa breve preziosa antologia, che percorre la storia dell’incontro tra arte e narrativa nella letteratura fantastica, partendo dal mito di Pigmalione e arrivando a Freud. Questa antologia è anche un’occasione per riflettere sul continuo cortocircuito tra pittura, letteratura e cinema.
Pirandello: – Con una certa sorpresa dei suoi lettori, il siciliano racconta di un uomo che vive in una casa avuta in prestito, cupa, polverosa, affollata di oggetti di dubbio gusto. Insomma, una sorta di antro arredato. Capita che l’abitante di queste tetre stanze riceva la visita di un tale che, vedendo il quadro che ritrae la “Maddalena in penitenza”: donna con i capelli sciolti, sdraiata in una grotta, gli occhi fissi su un libro. Ha un sobbalzo: “Ma questa è la mia defunta moglie!”. E ne pretende il possesso, anche perché questa Maddalena ha il seno scoperto, quindi nessuno al di fuori di lui stesso ne può condividere l’intimità. La otterrà, anche perché l’uomo che vive nello spazio gravato dalla penombra è continuamente turbato dalla tela.
Pirandello conclude il racconto sulla linea dell’intelligente ambiguità. L’intermediario antiquario parla di “allucinazioni”, ma lo scrittore di Agrigento annota: «Quanto son cari questi uomini sodi che, davanti a un fatto che non si spiega, trovano subito una parola che non dice nulla e in cui così facilmente s’acquietano».
Un romanzetto lumpen di Roberto Bolaño (Adelphi).
Un romanzo breve, il titola rimanda agli stracci, ai cenci, al “lumpenproletariat” di Carlo Marx. In italiano, e nello scenario di Roma in particolare dove il libro è ambientato, si può anche parlare di “populino”.
“Ormai sono una madre e anche una donna sposata, ma fino a non molto tempo fa ero una delinquente”. Così comincia il breve, folgorante racconto dell’adolescenza di Bianca: ancora un personaggio, fra i tanti regalatici da Bolaño, che difficilmente si dimentica.
Rimasti orfani dei genitori, Bianca e suo fratello scivolano a poco a poco in un’esistenza di ottusa marginalità, che li porterà a non uscire quasi più dall’appartamento in cui si sono rinchiusi, e dove passano nottate intere a guardare la televisione.
A loro si aggiungeranno due improbabili soggetti, “il bolognese” e “il libico”, con i quali la ragazza dividerà a turno, svogliatamente, il letto – senza quasi sapere chi lo sta facendo. Un giorno però entrerà nella loro vita un ex campione mondiale di culturismo, diventato cieco in seguito a un incidente, che tutti chiamano Maciste perché è stato un divo dei film cosiddetti “mitologici”.
Uno che forse ha dei soldi, che si potrebbero scovare e rubare. Con questo strano essere, che la attrae e la respinge al tempo stesso, Bianca vivrà una storia che, nata sotto il segno della prostituzione e dell’inganno, diventerà invece quanto di più simile a ciò che noi chiamiamo “una storia d’amore”.
La grande amica di Catherine Dunne (Guanda).
Due amiche. Un’estate. Un inganno. Quando Miriam parte per la sua prima esperienza via da casa, un lavoro estivo in un albergo sul mare, crede di allontanarsi solo di pochi chilometri. Ma Marie-Thérèse, con cui condividerà una stanza, il lavoro e le sue prime avventure “da adulta”, la condurrà molto più lontano dalla sua vecchia vita, e da se stessa. Di qualche anno più grande, bella, disinvolta, infinitamente più esperta, diventa la sua guida, la sua alleata, in poche parole la sua prima, vera migliore amica. Da un’inattesa serata al pub a un’indimenticabile vacanza in Cinquecento, Miriam spiega finalmente le ali. Ma volare significa anche poter cadere… Con uno sguardo delicato e profondo, Catherine Dunne trasfigura la storia di due ragazze in un ritratto dell’adolescenza e dei sentimenti struggenti e cangianti che la nutrono.
Un racconto senza tempo sull’amicizia e sul cambiamento, sull’abbandono e sul ricordo.
Catherine Dunne racconta un’iniziazione sentimentale e il libro diventa occasione per riflettere sui temi dell’amicizia, dell’abbandono, del perdono. Il testo è continuamente percorso dal motivo del ricordo di quell’estate del 1973 che fitto si intreccia con squarci di vita della Miriam di oggi, donna matura che per la prima volta trova il coraggio di scrivere un racconto che somiglia a una lettera. L’intimità del ricordo si trasferisce in una scrittura che ha i toni di una confidenza, di uno sfogo mai gridato ma, al contrario, pacatamente consapevole. Miriam si esprime in prima persona e continuamente si rivolge a un “tu” che è Marie-Thérèse ma che, per abilità dell’autrice, pare sia anche il lettore, stregato da questa storia di un’estate magica che, simile a “un’eco, un’ombra che si intravede appena, come un angelo sulla spalla”, ha accompagnato la protagonista per tutta la vita.
Margherita Ruglioni
“Suggestioni letterarie e non solo… ” Un titolo per il dopocena? Una poesia che ti graffia l’anima? Una lettura leggera, un saggio, un fumetto. Le frasi di un altro, che ti appartengono come fossero state dettate dal tuo pensiero. Leggere è viaggiare, è incontrare, è non essere mai solo. Leggere è vita. Nella rubrica ti darò solo qualche suggerimento… sta a te poi scegliere e scoprire gli intrecci.
Chi sono?
Tosco-Veneta, lavoro nella casa dei libri. Abito in una casa stropicciata, tra carte, parole e colori.
Creativa e spontanea, organizzo eventi culturali in biblioteca a Mestre, sono anche pubblicista e mi occupo di comunicazione. Leggo, scrivo, viaggio, amo. Adoro il buon cibo, il mare, la luce.
Quando posso sorrido. Penso, sì, penso molto!
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