La grande notte di Chris Adrian
E t’amo.
Perciò vieni con me.
Metterò fate al tuo servizio
Che ti porteranno gioielli presi
In fondo al mare e canteranno per te che dormi
Su un giaciglio di fiori.
Raffinerò la tua natura grossolana,
ti muoverai come uno spirito dell’aria.
William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate
Nella notte piú lunga dell’anno tre persone si addentrano nel Buena Vista Park di San Francisco dirette a una festa. Tutte e tre vorrebbero cosí alleviare la ferita di un amore perduto, ma alla festa non arriveranno mai. Perché è la notte di mezza estate, notte di sogno e magia, notte ideale perché il destino dei mortali s’intrecci con quello degli immortali e ne sia per sempre alterato. Come nella commedia di Shakespeare, solo l’amore potrà travalicare i regni e scongiurare il caos. A patto di essere disposti a pagarne il prezzo.
-In questa rilettura contemporanea del Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, l’ambientazione è l’emancipata San Francisco del 2008. La notte del solstizio d’estate, la Grande notte, due uomini e una donna salgono all’insaputa l’uno dell’altro il colle frondoso che ospita il Buena Vista Park con l’intento vacillante di recarsi a una festa. Tutti e tre hanno il cuore spezzato da una perdita amorosa devastante. Henry, oncologo pediatrico, cerca di superare l’abbandono dell’amato Bobby, fuggito da lui a causa delle molte ossessioni che lo tormentano sin dall’infanzia. Will, un arborista, vorrebbe trovare il modo di riavvicinarsi alla donna che ama e che l’ha lasciato per colpa dei suoi tradimenti. E a Molly, commessa in un negozio di fiori, basterebbe trovare tregua dall’angoscia che l’attanaglia sin dall’inspiegabile suicidio del fidanzato Ryan. Nessuno di loro raggiungerà il luogo stabilito. Disorientati da prodigi e incanti, i tre si perdono fra gli alberi e finiscono invischiati nel disastro soprannaturale che frattanto scuote il parco.
Titania, regina delle fate, è impazzita di dolore. Il suo Bimbo umano, trastullo regalatole dal marito Oberon, ha ceduto alla fragilità terrena e l’ha lasciata, e lei, per la prima volta nella sua sempiterna vita, ha dovuto sperimentare in un sol colpo l’impotenza di una mortale, lo strazio di una madre e l’abbandono di una moglie. Ora è disposta a tutto, anche a liberare dalla sua prigionia millenaria il micidiale Puck, per alcuni «una scheggia di fiamma, o un’oscurità piú pesante e buia dell’aria nera», per altri «un bambino dalla gran zazzera afro», per tutti «l’aspetto della paura piú grande o del cruccio piú tormentoso », e a scatenarlo sul mondo.
Al gran fermento di fate ed elfi in affanno, si unisce l’arguto baccano di un gruppo di senzatetto – il corrispondente dei «rozzi artigiani» di Shakespeare – impegnato ad allestire nel parco il remake del classico del genere distopico 2022: I sopravvissuti, che nella San Francisco del 2008 si fa pesante denuncia sociale. Nel vortice della Grande notte umani e non umani s’inseguono e si sfuggono. Ma quel che nel Sogno è ricerca dell’amore, esplorazione dei suoi confini e sua celebrazione, in Adrian è al meglio intimità dei corpi, se non un puro cozzare di materia contro materia per scongiurare la solitudine: rapporti fugaci, orge inebriate, amplessi magistrali e sterili strofinamenti sembrano essere altrettante tappe di una ricerca cieca e inattingibile. Verso dove? L’amore, quello che sconfigge la morte e la paura, può ancora essere la meta in questi nostri tempi inquieti? Chris Adrian, in una prosa rutilante e coraggiosa, fra scoppiettii d’invenzione e sentimento, affida la risposta ultima a un mite scoiattolo del bosco.
Quando le donne aprono le danze di Elmore Leonard
E’ una simpatica raccolta di racconti “brillanti”, questa di Leonard Elmore, in cui le donne dicono la loro, sono proprio toste e quindi si prendono la rivincita…
LA DONNA APACHE
–Posso dirti una cosa?– disse Ruben Vega . -Conosco le donne da sempre, ogni tipo di donna; come sono fatte, come si vestono e si fanno belle a seconda della moda.Le donne sono un mistero per me. Quando non sono con una donna me le immagino tutte uguali perché penso a una sola cosa. Mi capisci? …. Ma quando sono insieme a quella donna, ah, allora mi rendo conto che sono tutte diverse.
– Il mondo è quello dello show-business, che per Elmore Leonard vuol dire tutto il mondo: dal cinema hollywoodiano allo sport, dal rodeo allo strip-tease, dai gironi dell’immigrazione clandestina alle sette nazi-punk, con sconfinamenti nel selvaggio West. Il clima è quello esilarante, allucinato, della sua migliore narrativa: dialoghi laconici e folgoranti, situazioni paradossali e tragiche, eroi sempre in bilico tra legge e illegalità.
Protagoniste sono le donne. Che devono affrontare innamorati banditi, mariti criminali o agenti delle assicurazioni troppo ligi al dovere. E li affrontano con le armi della seduzione, con una sessualità dirompente, con astuzia e coraggio e, all’occorrenza, con una calibro 45 o un fucile a pompa.
E quando sono le donne ad aprire le danze non si sa mai come la festa possa andare a finire.
Q Una storia d’amore di Evan Mandery
-Quentina Elizabeth Deveril, detta Q, è giovane e dolcissima; dedica tutto il suo tempo alle battaglie per preservare gli spazi verdi in una New York preda del cemento; è vegetariana e ha una bancarella ortofrutticola al celebre mercato di Union Square; è politicamente una liberal e ama i suoi ricchi genitori anche se non condividono le sue passioni ecologiste. Di una donna cosi non può non innamorarsi perdutamente uno scrittore di belle speranze e dagli ideali tanto nobili quanto imprecisati, che la incontra un giorno al cinema e non ha dubbi di aver trovato l’amore della sua vita.
Assieme formano una coppia che condivide sogni, progetti, idee politiche, programmi televisivi e letture. E per un uomo apprensivo, ossessionato dagli eventi che esulano dalla sua volontà, la decisione è presa: sposerà Q e le starà accanto per sempre.
Tutto perfetto, dunque, fino a quando, poco prima delle nozze, giunge una lettera che chiede allo scrittore di riservare un tavolo per due in un ristorante di Manhattan. Arrivato all’appuntamento, si trova di fronte un uomo che si presenta come il suo futuro “Sé”, il suo “Io” del domani: un sessantenne triste che in effetti gli assomiglia non poco.
Niente di strano per uno scrittore incline a lavorare con le armi della fantasia; anzi, per risolvere il problema se chiamarlo “io” o “lui” tanto vale dargli un nome inequivocabile: 1-60, l’Io sessantenne.
Ma 1-60 è tornato dal futuro per cambiare il corso della propria vita…
-Un po’ di Q:
Ordino un tortino ai funghi porcini come antipasto e una spigola del Mar Nero in crosta di pistacchi siciliani, spinaci appassiti e olio di pistacchio. Il me più anziano chiede una scodella di minestra e una limonata. Il cameriere fa una smorfia. Anch’io sono infastidito.
«Non intendi ordinare altro?» chiedo appena il cameriere si allontana.
«Viaggiare nel tempo non stimola l’appetito».
«E allora che ci siamo venuti a fare qui?»
«I ristoranti vanno e vengono, e io non abito più a New York da tanti anni. Questo è uno dei pochi posti che ricordavo perfettamente».
«Una limonata qui costa sei verdoni».
«Ai miei tempi sarebbe un buon affare».
«Immagino che tutto sia relativo».
Il me più anziano annuisce.
«Quand’è che diventa possibile viaggiare nel tempo?»
«Tra una ventina d’anni. Poi ci vorrà un bel po’ prima che diventi accessibile al pubblico, e anche a quel punto costerà moltissimo».
«Come funziona?»
«Non ne ho idea. Ti infili in uno scatolone ed esci in un altro periodo storico».
«E come fai a tornare?»
«Ti porti dietro questo coso, una specie di amuleto».
Il me più anziano tira fuori l’oggetto dalla tasca e me lo mostra. Sembra un lucchetto a forma di cuore.
«Quando vuoi tornare a casa, ti ripresenti nel posto in cui sei arrivato. Il dispositivo del viaggio nel tempo capta l’amuleto e ti riporta al tuo tempo. Tutto qua».
Vite a perdere di Ed McBain
È una lettura veloce, le vicende scivolano in contesti urbani ben definiti ed interessanti…Si tratta di racconti, racconti neri.
«Di Ed McBain possiamo dire senza cautele che ha reinventato il genere noir. Gli aspetti salienti della sua narrativa sono in primo luogo i dialoghi, bellissimi, poi il realismo degli sfondi urbani. La città è il suo teatro, i piccoli criminali i suoi personaggi preferiti». Corrado Augias
Un autore versatile e geniale che spazia tra comicità e tragedia, dal poliziesco a nero, regalando al lettore piccoli prodigi di stile e verità psicologica.
– Morti impreviste e forse, in realtà, fin troppo spiegabili; piccoli e grandi equivoci dietro i quali covano i mali di un’intera società, dal razzismo alla crisi dei rapporti personali e di coppia; uomini che si trascinano devastati dal ricordo di una guerra che ha segnato irreversibilmente la loro psiche; crudeltà, dolcezze, soprassalti di dignità: le ventidue storie di Vite a perdere vanno a comporre un affresco ampio e variegato nel quale a scorrerci davanti sono trent’anni e piú di storia americana.
E ci offrono il ritratto a tutto tondo di un grandissimo artigiano della scrittura, che con umiltà pari solo al talento ha saputo esplorare, portandola a un passo dalla perfezione, ogni forma possibile di racconto.
Senza mai dimenticare quella che è la vocazione piú autentica: la capacità di immergersi con sguardo spietato e partecipe negli abissi piú neri della mente umana.
OCCHI BELLI
Aveva trentatre anni.
Non era una bella donna e lo sapeva.
Il fattorino che l’accompagnò in camera, nell’albergo di Miami Beach, fischiettò per tutto il tragitto in ascensore, e continuò a fischiettare aprendole la porta della sua stanza e facendosi di lato per lasciarla entrare.
-Bella camera- disse, – La migliore, sul piano. Con un terrazzino che affaccia sull’oceano. Esposta ai venti freschi che vengono dal mare.-
Sorrise. Non doveva avere più di diciannove anni, un ragazzo con i capelli rossi e una saggezza piena di malizia nello sguardo che andava ben oltre la sua età.
– E’ la prima volta che viene a Miami? Lei non è sposata vero?-
-No, non sono sposata.
-Una bella ragazza come lei deve sentirsi sola, a viaggiare per conto suo.
Lo guardò negli occhi e vide la menzogna che vi si annidava. Non disse nulla.
-Se dovesse, ehm, sentirsi troppo sola, non deve fare altro che chiamare la reception. Io sono Johnny. E sarei lieto di… uhm… venire su a fare quattro chiacchiere.
Margherita Ruglioni
“Suggestioni letterarie e non solo… ” Un titolo per il dopocena? Una poesia che ti graffia l’anima? Una lettura leggera, un saggio, un fumetto. Le frasi di un altro, che ti appartengono come fossero state dettate dal tuo pensiero. Leggere è viaggiare, è incontrare, è non essere mai solo. Leggere è vita. Nella rubrica ti darò solo qualche suggerimento… sta a te poi scegliere e scoprire gli intrecci.
Chi sono?
Tosco-Veneta, lavoro nella casa dei libri. Abito in una casa stropicciata, tra carte, parole e colori.
Creativa e spontanea, organizzo eventi culturali in biblioteca a Mestre, sono anche pubblicista e mi occupo di comunicazione. Leggo, scrivo, viaggio, amo. Adoro il buon cibo, il mare, la luce.
Quando posso sorrido. Penso, sì, penso molto.
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