Non si sa se abbreviazione o acronimo di Popular, o trovata onomatopeica del rumore dello sparo della pistola rappresentata su una tela, fatto sta che Pop, dagli anni Sessanta in poi, si dice di qualsiasi manifestazione artistico-culturale rivolta alla massa.
Lo si usa per indicare qualsiasi cosa, un gusto, uno stile, una moda, un atteggiamento.
“E massa, piaccia o meno, vuol dire degradazione- spiega Andrea Mecacci, docente di Estetica presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, nel suo L’estetica del Pop. Teoria e miti della cultura di massa. La massa non fa pensare alla partecipazione attiva, ma al gregge. Non alla consapevolezza, ma al conformismo. Non è moralismo; è solo che, fatalmente, l’aumento della quantità porta sempre con sé la diminuzione della qualità. Perché il male – sia chiaro – non è che la massa possa finalmente avere accesso alla cultura (magari fosse possibile davvero), bensì il fatto che l’unica cultura che è possibile offrire alla massa è una cultura svilita, diluita, falsificata, la cosiddetta “midcult”, «una cultura di mezzo, la mediocrità culturale, letterale e metaforica, della società moderna», basata sulla finzione, sulla riproduzione, sull’illusione.”
Il pop come percorso filosofico, il pop e le arti, il pop e l’immaginario: questo il contenuto del libro edito Donzelli, 2011.
Taylor Mead con Andy Warhol, durante un soggiorno a Los Angeles “Abbiamo appena attraversato il paese in automobile e dicevamo tutti e due :”Oh, che bella quella insegna della Coca-Cola, oppure, che bella l’insegna di quel ristorante” ed è veramente straordinario che per merito della Pop Art si possa scoprire un valore in un’insegna qualsiasi
Se Warhol nel 1963 scriveva che “ il pop è amare le cose”, qualche anno più tardi gli faceva eco Madonna sostenendo che “il pop è il riflesso assoluto della società in cui viviamo”. Possibile darle torto?
Il Galateo, come comportarsi in ogni occasione, di Roberta Bellinzaghi, Giunti ed.,
oltre a citare di situazioni classiche formali di galateo, trasmette diversi suggerimenti di comportamento adeguato da avere durante la vita quotidiana, usando buon senso ma soprattutto buon gusto.
In un’epoca come questa, in cui davvero mancano le accortezze, le buone maniere e la maleducazione ha il sopravvento, qualcuno ancora ci vuole provare ad educare i propri figli, spiegando loro che ad essere gentili e ad aver rispetto per gli altri si vive meglio.
Aggiungo che trovo orrendo che la gente, di qualsiasi estrazione sociale sia, si getti sui buffet offerti e vada a manifestazioni solamente quando viene offerto qualcosa da mangiare… e non sono solamente i ragazzini…
Vari i capitoli: Il piacere di stare in casa, animali domestici, abbigliamento e affini, il piacere di un invito, a tavola, un buon bicchiere di vino, viva il Natale, in visita, il piacere della conversazione, l’importanza di un saluto, comunicare per sentirsi vicini, bisogna pur lavorare, in giro per la città, sport e bon ton, un po’ di svago, le occasioni da ricordare, il “gran” giorno del matrimonio, il dolore attraversa la vita, in viaggio.
Da In giro per la città: Mancia
Il termine “mancia” deriva dal francese manche, ovvero manica. Era appunto la manica che la dama donava al cavaliere in occasione di tornei o cerimonie cavalleresche. Dare la mancia con disinvoltura e signorilità è un gesto che distingue la persona di classe. In alcuni paesi la mancia è una consuetudine, una sorta di sovrattassa di servizio praticamente obbligatoria nella misura del dieci per cento. E’ questo il caso, per esempio, della Francia e della Svizzera. Ad ogni modo la mancia è ben accetta ovunque e serve a significare, nella maniera più immediata, che si è apprezzato il buon servizio. Nel caso in cui si paghi con carta di credito, la mancia va data a parte, in contanti e al momento della riconsegna della tessera magnetica.
Da Sport e Bon ton: Spiaggia
Sulla spiaggia ci si trova a convivere con una variegata unmanità che comprende ogni fascia di età e di estrazione sociale. Niente di meglio che mettere alla prova la propria educazione!
Le regole da adottare in questo luogo sono comunque note a tutti e si basano, come in ogni altra situazione, sulla norma di non arrecare danno o disagio agli altri. Quindi il nudo, tanto per cominciare, è tassativamente condizionato alle caratteristiche della spiaggia e… del corpo che si vuole esibire. Se non siete in confidenza con i vicini di ombrellone, salutate quando arrivate o ve ne andate dalla spiaggia. Bando a radio o radioline a tutto volume: se non volete rinunciare alla vostra musica preferita, usate gli auricolari. E ricordate: una spiaggia sporca, dove si è costretti a calpestare mozziconi di sigaretta, cartacce e residui vari, denota dei frequentatori veramente poco signorili. Sulla sabbia camminate, non muovetevi come se avesti gli sci ai piedi: eviterete le imprecazioni delle persone alle quali passate accanto. Nemmeno pretendete di giocare a palla nel mezzo di un gruppo di ombrelloni…
Da Il gran giorno del matrimonio: Abbigliamento
Le altre. La madre della sposa, quello dello sposo e le altre signore vestono in modo elegante, senza ricorrere all’abito lungo né a ridicole esagerazioni. Niente vestiti bianchi o neri, né minigonne o scollature vertiginose poco adatte all’occasione.
Il cappello è sempre un accessorio signorile, ma deve essere consono alla personalità di chi lo indossa. Inutile volere portare un copricapo se vi fa sentire ridicole: meglio una pettinatura ben curata.
Questa settimana tre Poesie d’amore di Herman Hesse
Perché ti amo
Perché ti amo, di notte son venuto da te
Così impetuoso e titubante
E tu, non mi potrai più dimenticare
L’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
Nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.
Il mio amore
Tace e si ricorda con pensieri
Pieni di tristezza dei suoi morti lontani.
Lo ho offerto a parecchi,
nessuno però lo ha voluto.
L’ho messo in vendita in tutte le vie,
nessuno lo ha voluto – non sa ridere!
Cosa devo fare col mio amore?
Lasciare lo voglio ai miei morti.
La lettera
Tira un vento dall’ovest,
i tigli gemono tanto,
la luna fa capolino fra i rami
e guarda nella mia stanza.
Ho scritto una lunga lettera
al mio amore
che mi ha lasciato,
la luna riluceva sul foglio.
Sotto il suo silenzioso chiarore
che passa da riga a riga,
il mio cuore si dimentica piangendo
del sonno, delle preghiere e della luna.
Margherita Ruglioni
” Suggestioni letterarie e non solo… “ Un titolo per il dopocena? Una poesia che ti graffia l’anima? Una lettura leggera, un saggio, un fumetto.
Le frasi di un altro, che ti appartengono come fossero state dettate dal tuo pensiero.
Leggere è viaggiare, è incontrare, è non essere mai solo. Leggere è vita. Nella rubrica ti darò solo qualche suggerimento… sta a te poi scegliere e scoprire gli intrecci.
Chi sono?
Tosco-Veneta, lavoro nella casa dei libri. Abito in una casa stropicciata, tra carte, parole e colori.
Creativa e spontanea, organizzo eventi culturali in biblioteca a Mestre, sono anche pubblicista e mi occupo di comunicazione. Leggo, scrivo, viaggio, amo. Adoro il buon cibo, il mare, la luce.
Quando posso sorrido. Penso, sì, penso molto.
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