Il complesso di Villa Alessandri sorge lungo la Riviera del Brenta, nei pressi di Mira Vecchia ed è stato realizzato in tempi differenti, tra il XVI e il XVIII Secolo, e da proprietari differenti.
“La storia e il territorio si uniscono nelle antiche ville che sorgono lungo la Riviera del Brenta. Un mondo assopito che aspetta solo di essere riscoperto.
La nobiltà veneziana ci ha lasciato eredi di queste opere meravigliose costruite tra il XVI e il XVIII secolo e spetta a noi valorizzarle, riscoprirle e amarle come esempio della nostra cultura nel mondo. Piccole descrizioni e curiosità aiuteranno tutti ad avvicinarsi a queste ville con la speranza di sentirsi sempre più vicini alle tradizioni di un territorio come il nostro, intriso di storia, patrimonio e cultura”.
La Villa
L’area dove sorge faceva parte dei “Beni Carraresi”, venduti alla Serenissima sotto il nome di “Gastaldia di Oriago”, e in seguito acquistati dalla famiglia Corbelli nel 1520. La costruzione del corpo domenicale si deve, dunque, agli stessi Corbelli verso la fine del ‘500.
Ceduta nel 1692 a Cesare Alessandri, la villa venne ampliata secondo un progetto grandioso: si dice che l’Alessandri volesse addirittura costruire due ville, una simmetrica all’altra! Purtroppo morì improvvisamente nel 1711 senza portare a termine il magnifico progetto, lasciando però la splendida foresteria. La villa fu mantenuta fino al 1777 dagli Alessandri, venduta poi a Pietro e Lorenzo Spreafico che la abitarono fino ai primi anni dell’Ottocento. Si susseguirono quindi altri proprietari che frazionarono la splendida dimora.
Villa Alessandri ha è una tipica costruzione cinquecentesca. Osservando le stampe antiche si possono notare alcuni cambiamenti rispetto a ciò che oggi vediamo. Una fila di finestre correva sotto il tetto: forse un granaio o simile, chiuso quando fu costruita la foresteria. L’aspetto originale vedeva anche un arco che si apriva verso la riviera, successivamente chiuso. Durante i vari restauri la villa ha perso le guglie e i pinnacoli riportate in tutte le stampe.
La Barchessa: un Patrimonio Unico
Più che nella villa il vero patrimonio artistico si trova all’interno della seicentesca barchessa.
Varcato il cancello difeso dalle statue di Cesare e Alessandro, i cui nomi rimandano a quello del committente Cesare Alessandri, superati i tre archi del portico, eluso lo sguardo dei mascheroni posti sulla chiave di volta e salite le scale che portano al piano nobile della Foresteria Alessandri, si respira un’atmosfera strana.
La luce, l’aria, i profumi non sono più quelli dei nostri giorni, sono quelli della cioccolata, del caffè che, nel ‘700, allietavano il palato dei giocatori, secco per la tensione e l’afflusso dell’adrenalina.
La barchessa (o foresteria) è un edificio a forma di L, il cui lato breve conserva ancora le tracce originali e una serie di importanti affreschi del pittore Antonio Pellegrini (Venezia 1675-1741) in tre ambienti del piano nobile, commissionati da Cesare Alessandri nel 1704. Questo ciclo di affreschi è considerato dagli specialisti una delle chiavi d’accesso alla pittura luminosa ed aerea del pieno ‘700.
Giannantonio Pellegrini, il maestro che tra il 1701 e il 1708 ha realizzato la maggior parte dei soggetti, scegliendo un cromatismo chiaro e una pennellata liquida, ha avuto il pregio di aprire la strada alla pittura di Tiepolo.
Il più rappresentativo è il saloncino dove, fra porte e finestre, cornici in finto stucco e oro zecchino, i soggetti, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, circondano il visitatore. Danae, Europa, Venere, Dafne tutte le figure sono evocate con pennellate larghe e luminose, che giocano sui contrasti di bianchi lattei, di rosa, di giallo e di azzurro. Apollo rincorre Dafne, il Centauro rapisce Dejanira, Venere piange sul corpo inerte di Adone.
A fianco della porta che permette l’accesso alla sala da gioco, si può notare, ovviamente dipinta, una splendida vetrinetta all’interno della quale cuccume, tazzine da caffè, ampolline e chicchere fanno capire che l’ospitalità a casa Alessandri, oggi come un tempo, è una regola.
Per ultimo, nella saletta delle conversazioni, fra importanti quadrature architettoniche di grande effetto scenografico, il giovane Annibale giura odio contro i Romani. Quest’opera è ritenuta dal Ministero dei Beni Culturali Italiano di eccezionale importanza storico-artistica ed è pubblicata sui più importanti testi di storia dell’arte.
Le altre stanze sono affrescate con scene di amore fra Antonio e Cleopatra.
Un altro piccolo gioiello lungo le Rive del Brenta che ci fa ricordare un grande e glorioso passato della Serenissima Repubblica.
Di Giorgia Zatta
Informazioni
Indirizzo: Via Nazionale 64 Mira – Tel. 041415729
Orari: da aprile a settembre: 10.00-12.30 e 14.30-18.00. Chiuso il lunedì.
Visitabile la barchessa con i locali affrescati.
Biglietto: Ingresso Euro 4. Include la visita guidata.
Fonti: www.rivieradelbrenta.biz ; www.turismovenezia.it
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