Villa Foscari detta La Malcontenta è l’unica villa del Palladio lungo la Riviera del Brenta. Costruita nel 1559, si specchia nel Brenta in località Malcontenta, vicino a Mira (VE).
“La storia e il territorio si uniscono nelle antiche ville che sorgono lungo la Riviera del Brenta. Un mondo assopito che aspetta solo di essere riscoperto.
La nobiltà veneziana ci ha lasciato eredi di queste opere meravigliose costruite tra il XVI e il XVIII secolo e spetta a noi valorizzarle, riscoprirle e amarle come esempio della nostra cultura nel mondo. Piccole descrizioni e curiosità aiuteranno tutti ad avvicinarsi a queste ville con la speranza di sentirsi sempre più vicini alle tradizioni di un territorio come il nostro, intriso di storia, patrimonio e cultura”.
VILLA FOSCARI LA MALCONTENTA CELEBRAZIONE DEL POTERE VENEZIANO
Andrea Palladio ricevette l’incarico dai fratelli Foscari di progettare una residenza degna di una delle famiglie più in vista della città e difatti concepisce una villa che appare isolata e maestosa quasi come un castello.
Il palazzo fu voluto da Nicolò Foscari (proprietario della celebre Ca’ Foscari sul Canal Grande) che intendeva realizzare non tanto una villa-fattoria, ma piuttosto una residenza suburbana, raggiungibile rapidamente in barca dal centro di Venezia grazie alla posizione presso la foce del Naviglio del Brenta. Il progetto fu affidato al Palladio tra il 1556 e il 1559, o forse nel 1554 (manca una documentazione relativa).
Nel 1560, nel pieno dei lavori, moriva Nicolò Foscari e il fratello Alvise si assunse l’onere di completarla. Nel 1561 Giambattista Zelotti e Battista Franco stavano ancora decorando le sale del piano nobile. Certamente l’edificio era concluso nel 1566, quando fu visitato da Giorgio Vasari.
Nei secoli successivi i Foscari acquisiscono ulteriori fondi nei dintorni, tant’è che nei pressi della villa sorsero diversi annessi adibiti a vari usi: stalle, barchesse, la casa del gastaldo, ma anche un traghetto, uno squero, una fornace, un’osteria; si aggiunsero poi una foresteria e varie case d’affitto che andarono a creare quasi un piccolo villaggio, la cosiddetta “Piazza Foscari alla Malcontenta“.
Ai primi dell’Ottocento, tuttavia, il palazzo era disabitato. Nei decenni successivi il complesso della “piazza” risultava in rovina e durante i moti del 1848 gli annessi furono smantellati dagli Austriaci.
Passata ad Alberto Clinton Landsberg nel 1925, la Malcontenta, fino ad allora adibita a magazzino agricolo, fu sottoposta a un primo lungo restauro. Un secondo intervento fu attuato negli anni 1960 con la collaborazione dell’Ente Ville Venete. Nel 1973 la villa tornò agli antichi proprietari grazie all’acquisto di Antonio “Tonci” Foscari.
Nel 1994 è stata segnalata come “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO. Una particolarità: la Villa è tuttora priva d’illuminazione elettrica, per scelta dei proprietari.
LA LEGGENDA DI UN NOME MISTERIOSO
Villa Foscari è comunemente chiamata “La Malcontenta”. Una leggenda vuole che la villa debba questo soprannome a una dama di casa Foscari, Elisabetta Dolfin, relegata tra le sue mura in solitudine per scontare la pena per la sua condotta viziosa. Il mistero aleggia sulla storia della dama: si dice che essa visse qui i suoi ultimi trent’anni, mentre non fu mai vista uscire o affacciarsi dalle finestre. Il parco della villa era incolto e pieno di erbacce, e rimane avvolto nel mistero il fatto di come la donna sia riuscita a sopravvivere. Nessuno le portò mai degli alimenti, e nessuno visse mai con lei nella villa, e su questo strano fatto circolano ipotesi e aneddoti.
Ci sono però anche due versioni storiche:
• Per la prima: sembra che il luogo fosse così soprannominato già dal 1431, per ricordare lo scontento mostrato dagli abitanti di Padova e Piove di Sacco per la costruzione del Naviglio del Brenta;
• Per la seconda: ben trenta anni prima dell’atto di proprietà dei Foscari la zona si chiamava già Malcontenta, probabilmente da “Brenta mal contenuta” perché il fiume straripava spesso.
LO STILE PALLADIANO LUNGO IL BRENTA
In Villa Foscari convivono in modo singolare elementi tipici dell’architettura veneziana e schemi dell’arte classica. La villa sorge su un alto basamento, che separa il piano nobile dal suolo umido e conferisce magnificenza all’edificio, sollevato su un podio come un tempio antico.
La facciata principale è rivolta verso l’acqua, come nei palazzi sul Canal Grande, ma le linee, con la maestosa loggia a colonne ioniche affiancata da due solenni scale, sono quelle di edifici romani studiati dall’architetto Palladio.
Le maestose rampe di accesso gemelle imponevano una sorta di percorso cerimoniale agli ospiti in visita: approdati davanti all’edificio, ascendevano verso il proprietario che li attendeva al centro del pronao. La tradizionale soluzione palladiana d’irrigidimento dei fianchi del pronao aggettante tramite tratti di muro viene sacrificata proprio per consentire l’innesto delle scale. Mancavano anche alberi e vegetazione di contorno, quindi la Malcontenta si imponeva ai suoi visitatori con tutta la magnifica onorabilità del classico prospetto verso il Brenta.
La facciata posteriore, affacciata al giardino e alla campagna, è ancor più interessante per originalità di composizione, con una trifora sormontata da una grande finestra termale – schema probabilmente ispirato da Villa Madama di Raffaello – che dà una straordinaria sensazione di trasparenza. Sul tetto spiccano quattro sofisticati camini cilindrici.
La villa è una dimostrazione particolarmente efficace della maestria palladiana nell’ottenere effetti monumentali utilizzando materiali poveri, essenzialmente mattoni e intonaco. Com’è ben visibile a causa del degrado delle superfici, tutta la villa è in mattoni, colonne comprese (tranne quegli elementi che è più agevole ricavare scolpendo la pietra: basi e capitelli), con un intonaco a marmorino che finge un paramento lapideo a bugnato gentile, sul modello di quello che compare talvolta sulla cella dei templi antichi.
All’interno gli ambienti sono disposti attorno alla spettacolare sala a croce greca affrescata con maestria. Nel salone, gli affreschi mitologici allegorici sono di Gian Battista Zelotti (1526-1578): è dipinta la storia di Astrea (la figlia di Giove lasciata sulla terra) e la fine dei tempi d’oro, sulle pareti tra le colonne ioniche volute dal Palladio, sono raffigurate le stagioni. Questi affreschi sono purtroppo molto rovinati. Anche le stanze laterali sono state affrescate: Battista Franco, detto Semolei (circa 1510-1561), stimato dal Palladio e per il quale aveva già lavorato, cominciò a dipingere la Caduta dei Giganti ma morì prima di terminare l’opera. Il lavoro fu completato dallo Zelotti, che affrescò anche la stanza dedicata a Bacco. Altre stanze sono state dedicate al mito di Aurora e di Prometeo, mentre le due a sud, dedicate alla Fama e al Tempo, sono state le uniche a conservare decentemente gli affreschi.
La villa ha accolto ospiti illustri in ogni epoca: il re di Francia Enrico III, Emanuele Filiberto di Savoia, Federico IV re di Norvegia e Danimarca, i duchi di Windsor e molte altre personalità di rilievo internazionale.
Di Giorgia Zatta
Informazioni:
Indirizzo: Via dei Turisti 9 – Loc. Malcontenta – Mira (VE)
Tel. 041/5470012 dal 1 aprile al 31 ottobre.
Tel. 041/5203966 dal 1 novembre al 31 marzo.
Email: info@lamalcontenta.com
Orario di apertura: chiuso il lunedì, dal 1 maggio al 31 ottobre, il martedì ed il sabato 9:00 – 12:00.
Altri giorni su prenotazione.
Costo del biglietto: intero euro 10,00; ridotto euro 8,00.
Fonti: www.rivieradelbrenta.biz
it.wikipedia.org/wiki/Villa_Foscari
www.visitpalladio.com
Le manifestazioni potrebbero subire cambiamenti, pertanto vi consigliamo di verificare l’evento contattando direttamente gli enti organizzatori.
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