Se è vero che la pietra rossa del Sotoportego dei Zorzi non va mai calpestata, pena il calamitarsi addosso una serie di sventure inimmaginabili, un altra pietra rossa, questa volta modellata con l’argilla e posta sul mezzo dell’arco che tiene il Sotoportego dei Preti, non solo non va calpesta, sarebbe impossibile vista la sua collocazione, quanto tenuta in altissima considerazione da tutti coloro abbiano a cuore la persona amata. Come Orio, un giovane pescatore veneziano che come ad ogni imbrunire prese la sua barca e vogando fino ad uscire dalle bocche di porto di Malamocco getto in mare le sue reti. La notte intanto era calata profonda quando all’improvviso, questa narra la storia, dal sciabordio delle onde scaturì una voce lamentosa che invocava l’impietrito pescatore: “Liberami, ti prego “. E a seguire la supplica dalle oscurità del mare emersero le mani e un viso di una incantevole fanciulla. Orio, riavutosi dalla sorpresa, osservando meglio le dolci forme della giovane che era uscita dall’acqua ritrovò il freddo raziocinio di chi è abituato a navigar da solo, in mezzo al mare, di notte, e in risposta chiese: “Non sarai mica una strega caduta in acqua?” La giovane donna sorrise e con uno sguardo suadente tranquillizzò il giovane Orio : “ Non preoccuparti, non sono una strega e il mio nome è Melusina.” Così dicendo fece uscire dall’acqua il resto del suo corpo che si rivelò essere una grande coda di pesce. Una affascinante creatura da sempre nell’immaginario dei marinai che anche in questo caso fece cadere folgorato d’amore il pescatore veneziano, Orio, che s’innamorò di Melusina all’istante. Continuarono a parlare fino all’alba promettendosi amore eterno e si lasciarono con l’ardente patto di incontrarsi ogni notte. E così fu finché Orio, una notte, fra lo sciabordio delle onde chiese a Melusina di volerla in sposa. Melusina rispose che avrebbe perduto la sua libertà di creatura marina e quella di vivere ibera nel mare e solo così avrebbe potuto acquisire un paio di gambe. Una rinuncia difficile ma alla pressanti insistenze del giovane spasimante lei acconsentì ma solo se avesse rispettato l’accordo di non vederla più per tutti i sabati fino al giorno delle nozze; fissate per il giorno in cui Melusina avrebbe potuto disporre di due gambe. Tutto parve funzionare per i primi due sabati ma al terzo l’appassionato Orio non seppe resistere a andò dove era uso incontrare la sua amata. Gettante le reti rimase in attesa ma Melusina non comparve. Sconsolato stava per far ritorno a riva quando un turbinio salito dalle acque del mare ruppe il silenzio della notte e una grande serpe, dimenandosi nell’acqua lo chiamò per nome : “Orio, ti avevo detto di non venire. Per colpa di un maleficio ogni sabato devo trasformarmi in serpe e solo se mi amerai sinceramente e mi sposerai rimarrò per sempre bella come mi hai visto la prima volta” Dopo il matrimonio, con Melusina che intanto aveva acquisito le sembianze di donna, e che donna, ebbero tre figli e Orio, ogni volta che guardava la sua Melusina, stentava a credere di avere avuto una così grande e benevola sorte. Aveva una famiglia e la pesca diventava ogni giorno più redditizia . Ma come in tutte le storie che fanno arrossire gli occhi anche per orio e Melusina venne il giorno più triste: Melusina, caduta preda di una male improvviso, morì ma prima si fece promettere che il so corpo avrebbe dovuto ritornare fra le acque del mare. Così fu rispettata la volontà lasciando Orio senza la sua amata Melusina ma con tre figli e il lavoro da seguire. Disperato non sapeva più cosa fare fino a che nella casa dei due così sfortunati innamorati non avvenne qualcosa di strano . Ogni volta che Orio riapriva l’uscio dopo una giornata o una notte di pesca, trovava sia la casa che i figli impeccabilmente in ordine. Dapprima pensò alle affettuose cure di una sua vicina ma dopo che una sabato, rincasato prima del solito, uccise a colpi di accetta una serpe trovata in cucina, ebbe spiegato l’arcano mistero di tanto e tale ordine nonostante la morte della sua amata Melusina. Perché fu infatti dal momento in cui uccise la serpe che la casa e i figli caddero nell’abbandono e rimembrò il monito lanciato a suo tempo da Melusina: la serpe era la sua Melusina e lui l’aveva uccisa senza più potervi rimedio. Fatto salvo che in ricordo di questa triste storia dove un tempo c’era la casa di Orio e Melusina ora è stato posta una pietra rossa d’argilla a forma di cuore. Che non va rispettata e, se si è innamorati va sfiorata in compagnia della propria metà : l’amore rimarrà in eterno.
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