\r\n\r\nCi vorrebbe la Coppa America 365 giorni all’anno a Venezia e all’Arsenale. Turismo sostenibile, evento planetario, uso della città conforme alle aspettative.\r\n\r\n\r\n
È difficile che una città snob come Venezia dia pagelle così alte per una manifestazione appena nata. L’operazione è costata un decimo di Napoli tanto che i capi dell’organizzazione, Jan Murray e Steven Burkley, hanno sostenuto davanti al sindaco della città Giorgio Orsoni che America’s Cup dovrebbe dare soldi a Venezia e non viceversa. Domenica scorsa una platea di 120 mila persone ha assistito alla regata con migliaia di barche attorno al circuito. La città come succedeva nei suoi momenti d’oro ha voluto stupire i suoi ospiti. Bacino di San Marco come una “San Siro” d’acqua, la laguna come la Scala della vela. Un giudice di regata ha giá definito la gara lagunare come la Montecarlo della Formula Uno. Con una piccola digressione storica ricordiamo agli amici americani che pensarono la magica regata nel 1842 che il termine stesso inglese “regatta”, usato in tutto il mondo ? un termine autoctono veneziano, ovvero parola nata in città per definire una gara militare a remi o a vela, dove tutti partivano da una “riga” d’avvio. Come ricorda la pianta del De’ Barbari del 1500 in basso a destra si nota una corsa di barchette con l’annotazione: “regatta”. Al Lido si organizzavano le esercitazioni militari della Serenissima e al ritorno proprio in Bacino il cimento spontaneo tra i partecipanti conduceva alla regata e ai conseguenti sfottò del dopo gara. Anche un altro termine, universalmente usato dalle lingue di tutto il mondo è nato a Venezia: Arsenale. Termine mutuato dall’arabo ” casa dell’industria”. Con carnevale e il triste termine “ghetto” Venezia completa cosi quattro vocaboli mondiali nati in laguna. Tutti quindi felici e contenti. Regata e Arsenale formule vincenti. Gioiosi i commercianti, entusiasti gli esercenti ( con la geniale trovata dell’Ascom del banchetto da 600 persone in via Garibaldi), sbalorditi gli albergatori che parlano finalmente di tutto esaurito e di clientela ok. Se proprio vogliamo vedere il pelo nell’uovo, forse la televisione nazionale non ha coperto l’evento all’altezza. Nessun tg serale ha parlato della coppa America a Venezia (mentre era successo il contrario a Napoli come meno spettatori…). Nessun titolone sui giornali nazionali, come se 120 mila spettatori nello stadio lagunare fossero per lo sport della vela un fatto normale. Va be’ non si può avere tutto. Ora avrei un sogno, dopo aver visto sabato 19 maggio divertirsi tutta la notte migliaia di giovani con musica e spettacoli, il sogno sarebbe la continuità della festa all’Arsenale. Lo so. È come prendere una aspirina nel mal di testa della crisi imperante.
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di Maurizio Crovato
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