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Il Vetro Di Murano

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Nella laguna Veneta sorge Murano, isola rinomata per i vetri artistici. Alla lavorazione del vetro ha legato la sua storia e la sua fortuna ed al nome stesso di Murano viene associato il vetro come ne fosse quasi un sinonimo.

Questa associazione è frutto di quasi un millennio di storia nel quale Murano con i suoi maestri artigiani ha contribuito a rendere questa materia da semplice sabbia ad una delle più elevate espressioni d’arte.Vedere un maestro all’opera mentre da forma alla materia nel fuoco rimane ancora uno dei spettacoli più affascinanti a cui si possa assistere. Le cose sembrano nascere dal nulla come per una magia fatta di fuoco e di pochi semplici gesti.

LA STORIA DEL VETRO

Il vetro come quasi tutte le cose viene scoperto per caso osservando che la sabbia esposta all’alta temperatura del fuoco si fonde e diventa vetrosa.

I primi ad impadronirsi della tecnica della fusione del vetro sembrano essere stati i Fenici e poi questa tecnica si è diffusa lungo le coste medio orientali ed egiziane del mediterraneo.In origine la pasta vitrea veniva colata e stampata su delle forme in modo da ottenere dei rudimentali contenitori utili per contenere cibi e bevande.

I romani importano dall’oriente tali lavorazioni ed uno dei primi insediamenti produttivi in Italia sembra sia stato in Aquileia, antico ed importante porto romano attraverso il quale avvenivano i commerci con l’oriente ed il continente Europeo.

Con la caduta dell’impero romano d’occidente e le invasioni dei popoli nordici in Italia le popolazioni di Altinia ed Aquileia per sfuggire dalle razzie di questi popoli avrebbero trovato rifugio nelle isole della laguna Veneta così fondando i primi insediamenti di Venezia verso la fine del V secolo d.c. Recenti scavi archeologici in Venezia sembrano però dimostrare l’esistenza di preesistenti insediamenti romani. Sicuramente con le invasioni barbariche il ruolo di Aquileia come porto principale di interscambio merci fino ad ora svolto nel periodo romano viene a mancare e viene rimpiazzato gradualmente da Venezia.

Ed è proprio da Aquileia che probabilmente Venezia eredita la tecnica della lavorazione del vetro e soprattutto ne eredita quel ruolo di testa di ponte fra l’occidente e l’oriente. Grazie agli scambi commerciali che intrattiene con l’oriente ha la possibilità di assimilarne la cultura e le allora progredite e raffinate tecniche.

Venezia dall’oriente non importa solo merci preziose, ma ne apprende anche le più raffinate arti come quella della soffiatura del vetro appunto.

IL VETRO A MURANO

Nell’arte vetraria veneziana il vetro è una materia plastica da modellare e soffiare a caldo nelle più raffinate forme e nei più variegati colori ed è nettamente in contrasto con le altre lavorazioni del vetro che tradizionalmente usano il vetro come una materia dura, monocroma, da stampare e valorizzare eventualmente con il taglio.

Questo modo di interpretare il vetro sviluppa nel tempo una scuola vetraria che diviene peculiare di Venezia e che raggiunge presto l’apice artistico con grandi esempi di virtuosismo stilistico.Il primo documento storico che attesta un’attività vetraria in Venezia è dell’anno 982.

Nel 1291 la repubblica di Venezia ordinò il trasferimento di tutte le fornaci, funzionanti in centro storico, nell’ isola di Murano per motivi di sicurezza legati al timore di incendi. Questa fu una data importante che segnò la concentrazione dell’attività dei maestri vetrai nell’isola di Murano che cominciò quindi ad essere identificata come il luogo di origine delle bellissime opere che vi erano prodotte.

I prodotti dell’industria muranese acquistarono ben presto rinomanza mondiale. Venezia si era accaparrata i migliori artisti vetrai del mondo e ne era gelosissima.  Infatti i mastri vetrai erano obbligati a vivere sull’isola e non potevano lasciare Venezia senza un permesso speciale. I mastri vetrai erano, per dare un’idea, personaggi stimati a tal punto da concedere loro grandi privilegi, raccogliendo i veri artisti originari di Murano nel prestigioso “Libro d’Oro”, dando loro l’opportunità di poter maritare le figlie dei nobili malgrado il ceto sociale di appartenenza. Molti tuttavia fuggirono da Venezia, esportando all’estero le loro celebri tecniche.

Inizialmente celebre per la produzione di vetri per vetrate, tessere e conterie (perline di vetro per collane), Murano raggiunse presto la fama internazionale per la produzione di vetri soffiati dovuta ad artigiani specializzati di altissimo livello tecnico ed artistico. Nei secoli seguenti perfezionato l’ impasto vitreo, fu possibile ottenere oggetti mirabili per leggerezza aerea.

La più importante crisi che colpì l’industria fu quella del XV secolo, quando si cominciò la fabbricazione dei cristalli di Boemia, forse ispirati agli stessi vetri di Murano. Venezia ne uscì, specie da quando il vetro fu utilizzato per la realizzazione di lampadari, tutt’oggi tra i manufatti più noti di Murano. Tipici di Murano sono anche i vetri “a reticello”, “all’ avventurina”, “a ghiaccio”, “millefiori”, imitati in diversi paesi del mondo.

Con la fine della repubblica veneziana la produzione di Murano venne quasi totalmente interrotta:rimase aperta solo qualche piccola officina. L’attività vetraria riprese in pieno nella seconda metà del XIX secolo: si formarono scuole per futuri maestri vetrai (famosa la famiglia dei Seguso).

A partire dal Medioevo, e nel corso dei secoli, l’arte dei vetrai divenne una delle espressioni di alto valore più diffuse nel mondo tanto da essere tutelate come patrimonio della storia e della cultura secolare di Venezia con il marchio del “Vetro artistico di Murano”. Al fine di non disperdere questo patrimonio secolare è sorta anche la Scuola del Vetro Abate Zanetti, fondata nel 1862, con l’intento di diffonderne la passione per questa millenaria tradizione e renderla immortale nel tempo, pronta valicare in confini internazionali con il suo prestigio e la sua qualità.

I MASTRI VETRAI

Quella del vetraio è una formazione che, generalmente, si apprende di padre in figlio: oggi si conta che circa 2 mila abitanti su 7 mila sono impegnati direttamente o indirettamente nella produzione del vetro, pratica che tuttora viene intrapresa seguendo l’antica tradizione.

Attraverso una sapiente lavorazione manuale, avvalendosi della famosa arte della soffiatura, l’artigiano plasma il vetro con l’ausilio di una canna da soffio, un processo che permette di modellare l’oggetto dei desideri con pinze e forbici a seconda del proprio gusto artistico dando vita ad un prodotto unico,  brillante nei colori e originale nei motivi. Un mestiere affascinante che non esclude certo la fatica, in quanto il lavoro richiede attenzione, impegno e resistenza al calore, motivo per cui la maggior parte delle produzioni avviene in inverno, quando almeno la temperatura dell’ambiente è più bassa.

Il maestro vetraio viene assistito da due aiutanti chiamati servente e serventino. Essi sorreggono la lunga canna metallica sulla quale il maestro soffia per dare al vetro la forma desiderata, ma non solo, il servente ed il serventino manipolano a loro volta il vetro con gli attrezzi a loro disposizione, tra i quali sono essenziali la spatola ed una pinza chiamata borsella.

Di Giorgia Zatta

Fonti: http://www.turismo.it
http://it.wikipedia.org/wiki/Murano
http://www.vetromurano-avm.it/approfondimenti/storia.html
http://www.thenet.info/muranoglass/lastoria.html

 

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